E’ parsa una logica conseguenza della Buona Pratica per la gestione dei processi interculturali (definita e sperimentata dal Progetto Bridge) svilupparne alcuni elementi che toccano la questione degli spazi di culto da sempre tema delicato e poco percepito come elemento fondamentale per il riconoscimento della pluralità religiosa esistente oggi in Italia e nel resto di Europa.
Se infatti atti e spazi di devozione possono a volte accentuare le frontiere tra le religioni, al contrario lo sviluppo di una effettiva corrente di dialogo tra di esse, può costituire una utile spinta alla ricerca di luoghi sacri condivisi, nei quali la coesistenza di differenti fedi confessionali possa “unire senza annullare le identità”.
Nel quadro di una nuova società europea, ormai diffusamente segnata dalla presenza di una crescente migrazione caratterizzata non solo da una pluralità di culture, ma da pluralismi sociali, culturali, politici e religiosi, proprio “il religioso” costituisce infatti una delle maggiori componenti dei possibili e vari “sentire comuni” ed un significativo fattore di reciproco riconoscimento e di civile convivenza .
E’ per questo che si è ritenuto importante concludere l’ esperienza del Progetto Bridge sul Dialogo Interreligioso, con una occasione di riflessione e confronto sui “vecchi e nuovi” luoghi di culto che sono andati emergendo proprio in anni recenti.
Si è così pensato di offrire alla discussione due momenti distinti:
- alcuni Seminari sulla nascita di spazi multi religiosi e sale multiconfessionali che offrano ai fedeli delle differenti confessioni religiose , incluse quelle minoritarie, la possibilità di raccogliersi nella propria interiorità a qualunque religione si appartenga;
- un Convegno di approfondimento che, a partire dal quadro delineato dalla Buona Pratica per la gestione del processi interculturali del Progetto Bridge, consenta di valutare e scambiare esperienze di Modelli italiani ed europei sul tema specifico e poco percepito dei culti condivisi oggi al centro di largo interesse come passo per una consapevole convivenza civile, culturale e religiosa.
It seemed a logical consequence of Good Practice for managing intercultural processes (identified and experimented by the Bridge Project) to develop a few of those elements, which touch on the question of spaces of worship. This has always been a delicate topic, barely understood as a fundamental element to acknowledge the religious plurality, which exists in Italy and in the rest of Europe today.
If actions and spaces of devotion can sometimes actually exacerbate the borders between faiths, the development of an effective flow of dialogue between them can, on the contrary, help to encourage the search for shared holy places, where different confessional faiths can “join together without erasing their identity“.
The framework of today’s new European society is commonly marked by an increase in migration characterised not only by numerous cultures, but also by social, cultural, political and religious pluralisms. “The religious person” is actually one of the major components of various possible “ways of feeling something in common” and a significant factor of reciprocal acknowledgement and for living civilly side by side.
This is why we thought it important to conclude the Bridge Project experience on Interfaith Dialogue with an opportunity to reflect and compare “old and new” places of worship, which have emerged in recent years.
As a result, we thought of offering two distinct moments for discussion:
- some Seminars on the creation of shared spaces and multi-faith rooms, which offer worshippers of different confessional faiths, including minority groups, the opportunity for their own private worship, whatever religion they belong to.
- an in-depth Conference, that starting from the Model implemented by the Bridge Project, allows to evaluate and exchange good national and european Practices on the theme of shared faiths as a step to accelerate the paths of coexistence.
Saranno disponibili in questa Sezione specifica del sito materiali di informazione ed approfondimento sulle questioni che saranno trattate nel corso dei Seminari e del Convegno
Documenti
Le origini della Fede bahá’í | Scarica |
Intervista del Corriere della Sera del febbraio 2019 ai tre responsabili religiosi della House of One – Berlino. | Scarica |
Prévention de la violence et de la discrimination à l’égard des minorités religieuses parmi les réfugiés en Europe. Résolution 2328 – 2020 Assemblée parlementaire – Conseil de l’Europe. | Scarica |
Stanze multi-religiose nel contesto dell’ospedale catalano: trattative e tensioni nella gestione della diversità Anna Clot-Garrell e Mar Griera | Scarica |
Sala delle Religioni: a Torino si pregherà insieme Daniele Campobenedetto, Inchieste, Il giornale dell’architettura | Scarica |
Charter for a Partnership of Judaism, Christianity, and Islam in the Conceptual Development, Construction, and Use of a New House of Prayer and Learning, the House of One, on Petriplatz in Berlin. | Scarica |

Il progetto BRIDGE. Buone pratiche di dialogo interreligioso in Europa (promosso dal ministero dell’Interno Fondo Asilo Migrazione e Integrazione) si è concluso lo scorso 20 novembre 2020 con un convegno in “remoto” dedicato alle buone pratiche nazionali e internazionali di dialogo interreligioso.
Si è ritenuto importante concludere questa esperienza con il contributo di eminenti studiosi che hanno fornito un’occasione di riflessione e confronto sui “vecchi” e “nuovi” luoghi di culto emersi negli ultimi anni.
Proprio “il religioso” appare infatti oggi un significativo fattore di promozione della convivenza nell’ambito di una nuova società europea, ormai diffusamente segnata dalla presenza di una crescente migrazione caratterizzata, non solo da una pluralità di culture ma da una serie di pluralismi sociali, culturali, politici e religiosi.
Con il Convegno si è puntato a sviluppare elementi di conoscenza che toccano la questione dei luoghi di culto multireligiosi, da sempre tema delicato e poco riconosciuto nel contesto di una società sempre più plurale.
Nel complesso BRIDGE ha cercato di creare le condizioni per il riconoscimento e il rispetto dell’appartenenza religiosa di ciascuno, attraverso la promozione di iniziative tra comunità di fede del territorio, organismi istituzionali, comuni, scuole, associazioni e partner internazionali.
In particolare proprio la fattiva collaborazione tra questi soggetti, istituzionali e non, potrebbe contribuire – attraverso modelli innovativi di dialogo interreligioso – a stemperare conflitti, migliorare la conoscenza reciproca, attivare interlocuzione e condivisione tra immigrati e popolazione autoctona.
La moltiplicazione e l’attivazione di sedi di confronto e di Tavoli di lavoro, ha favorito momenti e occasioni di dialogo e di reciproca conoscenza, con lo specifico obiettivo di contribuire a promuovere l’instaurarsi di una società pronta al confronto e al reciproco arricchimento, consentendo di scambiare pratiche di dialogo attivate in altri paesi europei, nonché la Buona Pratica – discussa durante il convegno – per la gestione dei processi interculturali, definita e sperimentata nell’ambito del Progetto.
In conclusione se atti e spazi di devozione possono, a volte, accentuare le divergenze tra le religioni, al contrario lo sviluppo di un’effettiva corrente di dialogo tra queste, può costituire una utile spinta alla ricerca di luoghi sacri condivisi, nei quali la coesistenza di fedi differenti può “unire senza annullare le identità”.